Al cinema Troisi, alle 11.20, nessun posto libero.
Dico subito che cosa non è, almeno secondo me, rispetto a ciò che mi è passato sott’occhio prima di andare a vederlo.
Non è un film sul presidente Mattarella: per carità!
Non è un film su un dilemma etico.
O meglio, i dilemmi etici ci sono, circa firmare una legge sull’eutanasia e circa firmare due domande di grazia per un uomo che ha ucciso la moglie e per una donna che ha ucciso il marito.
Ma non sono il tema del film, anche se quello è il titolo.
È un film sull’amore, nella varie forme che può assumere, forse più di altri di Sorrentino più espliciti rispetto a questo.
In altre occasioni mi sono augurato che Sorrentino si limitasse a fare il regista e facesse scrivere ad altri la sceneggiatura, stavolta mi sono ricreduto, perchè questo è “scritto e diretto” senza nemmeno co-autori e il risultato è il meglio che mi potessi aspettare.
Sorrentino ha la capacità, che nessuno che io conosca ha con la stessa intensità e bravura, di accompagnare temi umani generali con la bellezza delle immagini – stavolta meno patinate di altre volte – e, direi sopratutto, con la capacità di sorprendere negli stacchi da un’immagine a un’altra, senza sentire il bisogno di collegamenti espliciti, bastando la meraviglia della bellezza.
Qualcuno, con voglia di diminuirlo, lo definisce estetizzante, ma quello che c’è in tutti i suoi film è proprio la grande bellezza.
Circa Toni Servillo: che si può dire di più?
Di mattina, dove c’è, fino al primo gennaio, poi mi pare che riesca “normale” in sala verso metà gennaio.
Da non perdere.









