Black rabbit con Jude Law e Jason Bateman (protagonista di Ozarc, qui anche regista) che interpretano due fratelli, uno (Jude Law) che ha retto il ristorante fino a farlo diventare importante, l’altro invece sciamannato pieno di debiti che incasina continuamente il fratello.
Comincia dalla fine e cioè da una rapina nel ristorante intorno alla quale gli sceneggiatori ci fanno scoprire a mano a mano i risvoltii, alcuni inaspettati e questa forse è la parte migliore che ti tiene per le otto puntate.
Ben girate, ben recitste – Jude Low è sempre una garanzia e il comprimario non sfigura, anche se quell’aria eternamente dimessa che gli hanno cucito addosso non sempre arriva credibile.
Verso la fine veniamo introdotti in un flashback più lontano, con il padre violento dei due fratelli e l’amante della madre che fino a quel momento abbiamo conosciuto in un altro ruolo e che ci lascia con qualche ambiguità relazionale. Ha un senso, sì, ma a me è sembrato, questo flashback, un po’ inzeppato, più per allungare di un paio di puntate che per effettive esigenze narrative.
Qualche forzatura, qui e là, ma in questo genere di prodotti ci può stare.
Insomma, si fa guardare, può piacere anche molto a chi ama le situazioni perennemente ansiogene.









